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DA BENEDETTO XVI A FRANCESCO I, ANALISI DELLE SFIDE GEOPOLITICHE CHE ATTENDONO LA CHIESA CATTOLICA

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Dopo otto anni di pontificato, Papa Benedetto XVI il 28 febbraio alle ore 20.00 ha rinunciato ufficialmente al soglio pontificio, come gli permette una clausola del diritto canonico. Da quel giorno Benedetto XVI, pontefice emerito, si è ritirato in Castel Gandolfo, da dove ha assistito all’elezione del suo successore Papa Francesco I. Una volta ultimato il restauro del convento di clausura, situato presso le antiche mura leonine nella Città del Vaticano, il Papa emerito vi si trasferirà per continuare a meditare e pregare. L’annuncio di Ratzinger ha lasciato interdetti sia molte alte cariche, che i maggiori esperti vaticanisti. Da tempo si sussurrava tra le stanze della Città Santa di una possibile rinuncia al papato; tuttavia, non si teneva troppo in considerazione questa ipotesi, in quanto il Papa continuava a prendere impegni per il 2013, da lui dichiarato l’Anno della Fede.

 

 

Le cause della rinuncia di Benedetto XVI 

Oggi la Chiesa è esposta su più fronti a numerosi attacchi e critiche. Probabilmente, dunque, Benedetto XVI sentiva sulle sue spalle il peso crescente dei problemi della Chiesa Cattolica, alcuni dei quali, recentemente, hanno assunto una gravità maggiore, come i vari scandali legati a episodi di pedofilia e lo scandalo Vatileaks. (1)

Dunque, la scelta del Papa emerito si presenta come una novità e la sua portata è decisamente storica. Alcune alte cariche del clero cattolico hanno tentato di darne una spiegazione, attribuendo all’età avanzata del pontefice la causa principale di tale scelta: certamente è un’analisi riduttiva, che non prende in considerazione alcuni scenari.

Innanzitutto, bisogna valutare l’influenza degli scandali che hanno coinvolto la Chiesa Cattolica negli ultimi anni. Gli episodi di pedofilia commessi da alcuni esponenti del clero hanno colpito profondamente l’opinione pubblica mondiale; a fronte degli scandali urlati dai media di tutto il mondo, Benedetto XVI si è esposto personalmente condannandoli in Piazza San Pietro, indebolendo, in questo modo, la sua figura, e prestandosi a ulteriori critiche provenienti dal mondo laico e cattolico.

Altro fronte caldo emerso di recente è il caso Vatileaks. Il Papa stesso aveva ordinato la stesura di un rapporto completo sulla vicenda, che sarebbe stato presentato nelle Congregazioni Generali a marzo ai cardinali elettori. La vicenda di Paolo Gabriele, ex assistente di camera del pontefice che sottrasse documenti sensibili e altamente riservati, si è conclusa con la grazia concessa a quest’ultimo dal Papa in persona. Tuttavia, restano ancora dei retroscena da svelare, di cui certamente Benedetto XVI era a conoscenza, riguardanti personalità di alto profilo del palazzo apostolico, che potrebbero emergere in un prossimo futuro. (2)

Per concludere, poi, la serie di difficoltà affrontate da Benedetto XVI nel 2012 bisogna citare anche le vicende riguardanti l’Istituto per le Opere Religiose, IOR. L’ex presidente dell’Istituto, scelto per quella posizione da Ratzinger in persona, si attivò subito per attuare una serie di provvedimenti che avrebbero permesso allo Stato del Vaticano di entrare finalmente nella “Lista bianca”: la lista di Stati che hanno un sistema finanziario relativamente trasparente, e che adottano misure antiriciclaggio. Le azioni di Tedeschi, però, mossero le torbide acque del Vaticano, facendo preoccupare non poche figure. Alla fine, il presidente fu sfiduciato dal Consiglio di Sovrintendenza della Banca Vaticana. Come suo successore è stato eletto, recentemente, il tedesco Ernst von Freyberg, in un tentativo di allontanare il centro di potere dell’Istituto dalla Città Eterna.

Troppe crepe hanno reso instabile la Città del Vaticano, cosicché il pontefice tedesco non si è sentito più sicuro e, invece di continuare a reggere un simile incarico senza la forza necessaria, anche fisica, ha preferito rinunciare al soglio pontificio e rimescolare le carte in tavola. Una scelta estrema, che ha certamente creato un precedente significativo nel diritto canonico.

A posteriori si può, dunque, ritenere che la scelta di Benedetto XVI sia maturata con la consapevolezza che la Chiesa Cattolica, anche attraverso le Congregazioni Generali tenutesi a Roma prima del Conclave, avrebbe riflettuto sulle sfide attuali e future e avrebbe scelto una figura adatta per guidare i cattolici in un momento così decisivo.

 

 

L’elezione del nuovo pontefice 

Si è giunti, così, all’elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco I.

L’elezione del nuovo pontefice ha lasciato interdetti, ancora una volta, i principali vaticanisti. Jorge Mario Bergoglio fu il secondo cardinale più votato durante il Conclave del 2005, che portò all’elezione di Benedetto XVI; tuttavia, la sua elezione era ritenuta improbabile, vista la sua età avanzata, 76 anni.

Uno dei favoriti all’inizio del Conclave era il cardinale Ettore Scola: la sua figura di teologo conservatore e la sua esperienza, prima a Venezia, e poi a Milano, facevano di lui una figura forte che avrebbe saputo affrontare la crisi attuale. Tuttavia, il suo stretto legame con Comunione e Liberazione è stato il fattore che ne ha determinato la sconfitta. (3)

Secondo alcune indiscrezioni, il Cardinale Scola avrebbe ottenuto, fin dal primo scrutinio, diverse decine di voti, ma non abbastanza per farlo eleggere, vista anche l’opposizione dei cardinali extraeuropei.

All’interno del conclave, Cardinali come Bertone e Sodano hanno svolto un ruolo determinante, come pontieri fra diversi schieramenti. Essi si sono opposti alla candidatura di Scola, cercando di creare una cordata che raccogliesse i voti di chi gli si opponeva. (4) Durante i pasti consumati nel refettorio di Santa Marta, i cardinali avrebbero deciso di optare per un’altra figura che avesse l’appoggio e il carisma necessario, ed ecco dunque che la scelta ricadde su Jorge Mario Bergoglio.

 

 

Papa Francesco I, profilo e sfide future

Papa Francesco fu nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires nel 1992 da Papa Giovanni Paolo II e, successivamente, arcivescovo nel 1998. Appartiene all’ordine dei gesuiti, fondato nel 1539 da Ignazio de Loyola e legato al Papa da uno speciale “voto di obbedienza”. L’ordine si distinse nei secoli successivi per essere sempre in prima linea nei territori da evangelizzare, soprattutto nelle Americhe a seguito della colonizzazione di spagnoli e portoghesi. La difesa e la propagazione della fede sono fra i loro compiti principali; Francesco I, quindi, dovrà fare sua questa regola dell’ordine, e impegnarsi per riconquistare il terreno perduto dalla Chiesa Cattolica proprio nella sua terra, il Sudamerica.

Papa Francesco I è il primo Papa sudamericano della storia; egli ha origini italiane e, quindi, può comprendere entrambi i mondi, quello europeo e quello sudamericano, dove oggi risiede il 42% dei cattolici del mondo. Tuttavia, il primato della religione cattolica in quell’area è minacciato dal diffondersi delle chiese riformate dell’America del Nord.

Sostenute da ingenti fondi raccolti nel Nord, i protestanti hanno lanciato una campagna di conversione che attrae numerosi cattolici. Questa campagna si basa, da un lato, su una forte propaganda condotta attraverso i principali mezzi d’informazione fatta di slogan accattivanti e, dall’altro, da un’assistenza promossa da queste Chiese verso i meno abbienti. Da qui parte l’ulteriore offensiva mirata alla Chiesa Cattolica, le cui alte cariche sono spesso percepite come distanti dalla popolazione in difficoltà e troppo spesso vicine ai centri di potere politico. La percentuale di riformati, oggi, si aggira intorno al 15% in Cile e Colombia, 10% in Argentina e Venezuela. L’elezione di un pontefice carismatico, con un passato vissuto tra le baraccopoli della capitale argentina, non può che essere un’arma decisiva nello scontro con le Chiese riformate, per l’evangelizzazione di nuovi fedeli in America latina. (5)

Dal continente americano potrà ripartire, in seguito, la controffensiva della Chiesa Cattolica a livello mondiale. Africa e Asia sono le altre frontiere sulle quali dovrà concentrarsi l’attività ecumenica della Chiesa. Per farlo in modo efficace, Francesco I dovrà sensibilizzare anche l’alto clero cattolico, proveniente per due terzi dall’Europa e dal Nord America, a pensare e operare maggiormente in quelle aree dove l’importanza del cattolicesimo cresce di anno in anno. Un’inversione di tendenza rispetto al pontificato di Benedetto XVI, che aveva dato maggiore importanza all’Occidente, spendendosi nel tentativo di rievangelizzazione del vecchio continente. Francesco I è decisamente più un pastore che un accademico come il suo predecessore, e questa qualità sarà fondamentale in un’epoca di cambiamento negli equilibri mondiali. (6)

La scelta di Bergoglio può essere anche dovuta all’intenzione di contrastare il tentativo delle sinistre del continente sudamericano, che cercano di attrarre e guadagnarsi la fiducia dei milioni di poveri. Provenendo da una città che ospita ai suoi confini milioni di abitanti, che vivono in situazioni di estrema povertà, ed essendo abituato a gestire una rete capillare di sottoposti che agiscono proprio in tale contesto, Papa Francesco potrà abilmente presentare il volto di una Chiesa caritatevole e umile.

Tuttavia, Francesco I appartenne alla linea più conservatrice interna al suo ordine, quando, durante gli anni Settanta, i gesuiti furono influenzati dalle tesi della teologia della liberazione, accogliendole in parte. Secondo questa particolare interpretazione, il messaggio cristiano andava letto secondo una chiave radicale e politicizzata, che insistesse sull’emancipazione sociale. Il cardinale Bergoglio prese posizione contro questa particolare corrente, schierandosi invece con la visione più conservatrice di Roma (7). Inoltre il cardinale Bergoglio è diventato un convinto oppositore del governo Kirchner, sostenendo l’opzione delle “unioni civili” come “male minore” rispetto ai cosiddetti “matrimoni” omosessuali.

Il rapèporto conflittuale fra Bergoglio e il capo di Stato argentino si è disteso durante il loro primo incontro ufficiale, che ha visto i due Capi di Stato confrontarsi su vari temi, tra cui anche la questione delle Isole Malvine, per le quali la Presidente argentina ha chiesto al pontefice di intercedere presso il governo britannico. Ovviamente la questione ha irritato il governo di Londra e non avrà seguiti diplomatici (8).

Altro tema indagato a fondo dopo l’elezione di Francesco I sono i suoi passati rapporti, in quanto Superiore Provinciale della Compagnia di Gesù, con la dittatura militare durante la fine degli anni Settanta. A oggi, nonostante pesanti critiche gli siano state rivolte dopo l’elezione, in particolare dal giornalista Horacio Verbitsiky, non è stato provata alcuna relazione tra il nuovo Papa e la dittatura argentina (9).

Il nuovo pontefice sembra per ora la figura adatta a riconquistare la fiducia dei credenti e a raggiungere gli obiettivi che la Chiesa si è posta. Alla luce di questa elezione, si può ancora una volta confermare il carattere decisivo dell’abdicazione di Benedetto XVI in favore di una figura più forte.

Sono numerose le sfide che attendono il nuovo Pontefice, ma lo stile con cui egli si prepara ad affrontarle intende sottolineare il  contrasto con le abitudini che sono state imputate alla Curia, tanto che già viene paventata la possibile convocazione un Concilio Vaticano III.

 

 

 

 

*Andrea Rosso è laureando in Scienze Politiche – Studi Internazionali ed Europei presso l’Università degli Studi di Padova

 

 

 

(1)http://vaticaninsider.lastampa.it/documenti/dettaglio-articolo/articolo/dimissioni-23042/

(2)http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/vatileaks-vaticano-vatican-19638/

(3)http://www.washingtonpost.com/world/europe/italys-cardinal-angelo-scola-is-viewed-as-a-safe-pick-to-become-the-new-pope/2013/03/12/6c1ff430-8aa9-11e2-98d9-3012c1cd8d1e_story.html?tid=pm_world_pop

(4)http://www.corriere.it/esteri/speciali/2013/conclave/notizie/15-marzo-accordo-che-ha-portato-oltre-90-voti-calabro_13d454b0-8d38-11e2-b59a-581964267a93.shtml

(5)http://www.geopolitica-rivista.org/20939/il-papa-dalla-fine-del-mondo-e-le-sue-sfide-una-lettura-geopolitica-del-conclave/

(6)http://www.geopolitica-rivista.org/20939/il-papa-dalla-fine-del-mondo-e-le-sue-sfide-una-lettura-geopolitica-del-conclave/

(7)http://www.ilpost.it/2013/03/13/chi-e-papa-francesco-i/

(8)http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francisco-francesco-francis-23358/

(9)http://www.ilpost.it/2013/03/19/testimonianza-bergoglio-dittatura-argentina-videla/

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